giovedì 10 dicembre 2009

Recensione: Ninja Assassin


Alla fine l'ho fatto: ho consapevolmente deciso di buttare 7,50€ (e per un genovese è una cifra notevole) per andare a vedere Ninja Assassin al cinema. Ancora non lo sapevo, ma la scelta si è rivelata particolarmente azzeccata, perchè sotto il profilo visivo il film di James McTeigue (V per Vendetta) è davvero valido.


La prima parte, incentrata sugli addestramenti "da ninja" che si tengono in un remoto monastero orientale, sugli esercizi del protagonista, sugli spettacolari duelli tra assassini letali, è invero molto bella: ho trovato particolarmente azzeccato anche il modo con cui viene resa la capacità dei ninja di fondersi con le tenebre. Inoltre la dose di sangue e sbudellamenti vari è incredibilmente elevata: come dice un mio amico, per ogni colpo portato ci deve essere dietro l'omino col secchio del sangue, che riversa puntualmente sulla scena. Litri e litri di liquido rosso, arti che se ne volano allegramente a destra e a sinistra: anche questo è Ninja Assassin, quindi i deboli di stomaco sono avvertiti.
I ninja del film non sono "realistici": dispongono di abilità decisamente sovrumane, quindi fin da subito bisogna entrare nell'ottica di un film che mette avanti a tutto lo spettacolo, a discapito di qualunque altra cosa, compresa la trama. Se i produttori avessero scelto di concentrarsi su un'ambientazione solo orientale probabilmente ne sarebbe venuto fuori un prodotto migliore: il protagonista ed il resto del cast di matrice asiatica è molto convincente, facce giuste nel posto giusto. Invece flashback a parte quasi tutto il film è ambientato in Germania, e la scelta stona non poco.



A riassumerla in breve la prima parte della storia assomiglia moltissimo a Ninja Kamui: un orfanello viene allevato fin dall'infanzia ad essere un ninja. Il suo carattere forte e determinato lo rendono il migliore di tutti, ma le ferree leggi del suo clan e la spietatezza delle stesse lo spingono a ribellarsi e a fuggire, costantemente braccato da sicari incaricati di ucciderlo. La sua storia finisce (purtroppo) con l'intrecciarsi con quella di una ricercatrice dell'Europol, che ha trovato indizi circa l'esistenza dei clan di ninja e pur se non creduta da nessuno è diventata un elemento scomodo da eliminare. Lui l'aiuta senza una vera motivazione (nel film viene mostrato come non abbia protetto altre persone ugualmente minacciate di morte dai suoi ex colleghi) se non quella che la tizia è una gnocca pronta ad innamorarsi istantaneamente del suo salvatore.
Da qui in poi si cade nel delirio più totale, con il clan di ninja che abbandona la millenaria riservatezza per assaltare in massa la polizia tedesca (che ha catturato il protagonista) e finisce per andare a combattere per le strade, in mezzo a macchine e passanti, con piroette, esplosioni ed altre amenità del genere. Leggendario il finale, di un'insensatezza senza precedenti, di cui eviterò di parlare per non rovinarvi la sorpresa: dico solo che io ed i miei amici siamo usciti dalla sala con le lacrime agli occhi per il ridere.


Ma in definitiva dal punto di vista dell'appassionato di ninja il film vale si o no?
Secondo me si. Il protagonista è un idol coreano, tal Rain, meno impedito di altri idol prestati al cinema, che riesce perfino a risultare credibile nelle scene di arti marziali, sempre ben coreografate. La parte relativa ai flashback, con i durissimi allenamenti al limite del credibile e la tragica storia d'amore adolescenziale è un classico nelle storie dei ninja ribelli. Come detto è anche resa in maniera molto efficace l'abilità di questi assassini nel celarsi nelle ombre per sbucare all'improvviso alle spalle della vittima. Purtroppo il resto è spazzatura della peggior specie, e l'idea di tentare una occidentalizzazione dell'ambientazione si rivela deleteria per la produzione. Tuttavia non è che si trovi molto sui ninja ultimamente, speriamo che questa pellicola risvegli l'attenzione su questa affascinante figura...

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...